Il progetto collabora con l’INRC (Istituto Nazionale di ricerche cardiovascolari) per portare nel mondo della scuola la conoscenza medicale, di medici di base, specialisti, ricercatori, che aiuta i ragazzi a saper comportarsi per una gestione ottimale del rischio, fornendo al MIUR un’esperienza unica da replicare presso tutte le scuole italiane. Il progetto capovolge il ruolo delle varie istituzioni da decreti DPCM a diffusione della conoscenza multidisciplinare per aiutare i giovani a conoscere e comprendere il rischio pandemia e lasciare loro liberi nei comportamenti conseguenti.

Obiettivi del progetto

Il progetto vuole rintrodurre il libero arbitrio come chiave dell’essere individuale, ma lo fa dopo aver formato in modo scientifico gli studenti. Non è una libertà a prescindere, come avviene in alcune nazioni del mondo, che non basandosi sulla conoscenza approfondita del rischio porta ad una diffusione esponenziale dei contagi. La modalità di comunicazione è molto diretta e a basso costo, si aggiunge alla offerta formativa un nuovo set di lezioni ipermediali, fruibili sulle piattaforme cloud previste dal MIUR nell’ambito della Buona Scuola.

Descrizione del progetto

Il Covid-19 sta dimostrando che occorre ripensare ad attività tradizionali anche di durata secolari, come la scuola, in modo nuovo e “pandemicamente” sostenibile.
Certe misure di protezione individuale, come il social distancing e lo smart teaching dovranno trasformarsi da straordinarie in ordinarie.
Nell’interregno della trasformazione che necessita di molte risorse economiche, di infrastrutture, di adeguamento dei metodi di insegnamento e di un approccio istituzionale e programmatico diverso, è possibile adottare formule transitorie che mediano le varie esigenze concorrenti per sperimentare formule pragmatiche, che contrastino il fenomeno del learning gap emergente. Ma di fondamentale importanza, visto che il COVID-19 indurrà cambiamenti profondi e durevoli nel modo di comportarsi di tutti, è intervenire sulla consapevolezza informata dei rischi e delle variabili diagnostiche e terapeutiche che la pandemia genera. I ragazzi devono sapere abbastanza sul virus e su come si diffonde ed attacca l’uomo, in modo da influenzare attivamente il loro comportamento e indirettamente quello dei loro familiari. Da sempre la scuola è stata la sorgente per l’evoluzione e lo sviluppo della società ed anche in questa occasione non sarà da meno.

Teledidattica light

Le lezioni in remoto, tramite strumenti di teledidattica light, con gli studenti in lockdown a casa, hanno dimostrato in tutto il mondo dove tale misura è stata applicata che il rendimento medio degli studenti e la quantità di studio è inferiore a quello della didattica classica, con lezioni frontali. Ad influire su questo risultato ci sono tra i tanti due fattori oggettivi di successo:
1) lo studio in classe rimane un’attività intrinsecamente sociale, fatta di relazioni tra studenti e professori e di feedback
2) l’isolamento da distrazioni dell’ambiente esterno aiuta a mantenere la concentrazione anche in quelli studenti

Smart teaching

Lo smart teaching è la modalità degli insegnanti di fare lezioni da remoto, principalmente dalla propria abitazione e seguire i propri studenti nella propria disciplina didattica, verificando con test ed esercitazioni il livello di apprendimento. Preme sottolineare che il focus è sull’insegnamento e non sull’apprendimento, ovvero come deve cambiare la modalità di insegnamento di un professore che non ha la possibilità di controllare, anche con il proprio carisma, l’attenzione della classe alla sua lezione, di avere un feedback immediato, anche tramite il linguaggio non verbale dei corpi, di come la classe sta seguendo. L’e-learning ha una storia di decenni ed in particolare è facilitata quando deve essere erogata a ragazzi millenials perché sono nati e cresciuti in mezzo alle tecnologie digitali. Ma è l’insegnamento che corre il rischio di essere meno efficace e produttivo per le difficoltà strutturali di un insegnamento in smart working, ribattezzato a proposito smart teaching.
Il progetto propone una formula pro-attiva per andare in questa direzione, coerente con il rischio Covid-19.
In particolare nell’ambito del programma la Buona Scuola, sarebbero inserite lezioni di Pronto Soccorso, con ragazzi che presentano sintomi anche collegabili al rischio Corononavirus. Nella scuola pilota si registrano dal vivo interventi di pronto soccorso e si illustrano con medici specializzati le prime azioni necessarie, nell’ambito del quadro normativo nazionale.
L’idea è di alternare docenti e medici per illustrare e formare in modo pro-attivo gli studenti sulle tecniche medicali di base, con una speciale formazione al riconoscimento di eventuali sintomi da Covid-19. Infine ma non ultimo, il progetto contiene azioni utili al raggiungimento del successo formativo dello studente ricercando un coinvolgimento dei compagni attraverso la didattica laboratoriale e cooperativa all’interno di piccoli gruppi e per creare un ambiente inclusivo per tutti gli alunni, soprattutto per quelli che manifestano fragilità e fatiche, anche connesse con la recente esperienza emergenziale.

In particolare, il presente progetto propone una formula di insegnamento in cui gli studenti diventano parte attiva dello stesso. In particolare, l’Istituto Nazionale per Le Ricerche Cardiovascolari (INRC) si occuperà di fornire loro materiale sulle tecniche di primo soccorso, in coerenza e continuità con il progetto della Buona Scuola, insieme a contenuti relativi alla problematica del COVID-19. Tali contenuti didattici, sotto forma di testi, immagini e video, saranno utilizzati dagli studenti come materiale grezzo da cui generare, sotto la guida dei propri insegnanti, degli ipertesti interattivi, che permetteranno di applicare le proprie capacità nel campo dell’informatica e, allo stesso tempo, di acquisire i contenuti didattici in oggetto. Tale approccio permetterebbe di testare le capacità dei ragazzi di organizzare ed elaborare materiale didattico, agevolando l’acquisizione dei contenuti.

Attività operative

Il progetto prevede di realizzare una serie di attività operative in collaborazione tra docenti e medici che vanno ad integrarsi nel quadro della Buona Scuola, già sostenitrice di iniziative valide a livello nazionale. In particolare INRC manderà dei propri medici specializzati o specializzandi ad insegnare le tecniche di pronto soccorso e contemporaneamente anche le procedure per prevenire la diffusione del Covid-19 o riconoscere i (pauci) sintomi di possibili infetti. Il progetto prevede una fase operativa in cui gli studenti che hanno partecipato alla fase A) di formazione sul campo, progettano e realizzano un iper-libro multidisciplinare che possa essere aggiunto all’offerta didattica pubblica e fruito tramite Internet e la tecnologia wireless.
Gran parte delle attività sono svolte nel laboratorio attrezzato dell’ITIS Giovanni XXIII di Roma, che è stato già utilizzato per la formazione a distanza e che in questo progetto nelle ore extracurriculari sarà utilizzato per realizzare in modo collaborativo l’iper-libro. Si ipotizzano dieci sessioni di 2 ore ciascuna per la produzione dell’iper-libro, sotto il controllo di docenti e medici.

Il progetto #NonèMaiTroppoTardi 2.0 è un progetto operativo sperimentale che verrà attuato in alcune classi pilota della scuola ITIS Giovanni XXIII di Roma, con spiccate competenze digitali.

Contenuti del progetto:

  1. Coinvolgimento degli studenti delle classi pilota, su base volontaria, dopo accettazione del consenso informato
  2. L’Istituto Nazionale per Le Ricerche Cardiovascolari (INRC) si occuperà di fornire agli studenti, attraverso lezioni in teledidattica che si inseriscono nel progetto della Buona Scuola, materiale sulle tecniche di primo soccorso, aggiungendo nozioni fondamentali sulla biologia, sulla statistica geografica, sullo studio del corpo umano, sui comportamenti adeguati e sulla protezione individuale e collettiva in epoca COVID-19. La formazione sul primo soccorso include l’insegnamento di “manovre salvavita”, come le tecniche di rianimazione cardiopolmonare o disostruzione delle vie aeree, la cui adeguata esecuzione consente di “guadagnare tempo”, mantenendo in vita la persona in attesa del soccorso professionale o di aumentare le probabilità di risposta favorevole alle terapie successive effettuate dai sanitari o ancora, in alcuni casi, di risolvere completamente il problema.
  3. I materiali didattico-scientifici forniti dovranno essere rielaborati dagli studenti con la guida dei propri insegnanti, al fine di creare dei contenuti ipermediali e interattivi che gli studenti stessi potranno utilizzare come strumenti di apprendimento, ad esempio con la creazione di lezioni in teledidattica studenti-studenti, simulazioni, focus di approfondimento, video, rendering ecc. Questo consentirà loro di applicare le proprie capacità nel campo dell’informatica e, contestualmente, di acquisire più facilmente i contenuti dell’insegnamento.
  4. Attraverso il coinvolgimento attivo dei docenti e il supporto dei referenti scientifici, il progetto prevede un controllo dell’efficacia delle modalità di apprendimento e un feedback sui progressi degli studenti nella capacità di rielaborazione dei dati e nell’acquisizione delle conoscenze, che potrà essere effettuato con cadenza settimanale, attraverso l’organizzazione di lavori in piccoli gruppi, questionari e/o simulazioni.
  5. Tutte le lezioni costruite con una piattaforma teledidattica saranno rese disponibili sul portale della scuola del MIUR a tutti gli studenti italiani di ogni ordine e grado.

Ringraziamenti

Si ringraziano tutti i ragazzi che hanno preso parte al progetto “Iperlibro – Non è mai troppo tardi 2.0”:

III G
AGBONIFO IKPONMWOSA OSAZEE EMMANUEL
DEL VECCHIO NICOLE
GENTILI ALESSIO
MAROZZI GIORGIA
MONTESI DENISE
NDAYE KAPASHADI LUKADI
PALLOTTI MELISSA
TORRIANI ELEONORA
VINCENTI ELISA

IV G
ABRAMO PAOLA
FILADI IRENE
NDAYE KAPASHADI KAMEMBA
TRINCA BIANCA IOANA
ROTONDI SHANA
PAVONE ALESSANDRO
RABBAH AISHA

V G
MAMPIERI MARTINA

IV B
CAPOCCIA ALESSANDRA
CUNSOLO ALESSIA
GIOVANNETTI LUDOVICA
PROCOPIO CLAUDIA
SALCEANU RALUCA